mercoledì 10 novembre 2010

RISPOSTA A "LA LANTERNA DI DIOGENE 2° PARTE" DI GIULIA TALLONE


La mia lanterna continua ad illuminare il viaggio che sto compiendo dentro di me. Illumina la mia felicità e la mia tristezza.
Ci sono due cassetti: FELICE QUANDO
..., e TRISTE QUANDO... Dal primo, aprendolo, saltano fuori tutti i miei amici, allegri, pronti a regalarmi momenti sereni, sia a scuola che per le strade di Chiavari!
Naturalmente ci sono i miei compagni di classe, ma anche i compagni di teatro che mi hanno accolta festosamente, mi hanno fatto entrare nella loro famiglia, ed io mi sono sentita circondata da buoni "fratelli".
Trovo anche quei momenti in cui, a tavola o sulla poltrona, io e la mia famiglia parliamo... parliamo di tutto: parole latine e greche, come va la scuola, il lavoro di mio papà, parole inesistenti e buffe che dico.
Inoltre c'è un momento che mi rende
davvero felice: finito di mangiare, io e mio padre rimaniamo in silenzio per qualche secondo, poi parliamo delle nostre sofferenze, dei nostri problemi, senza perdere il sorriso. In quel momento sento la mia anima che ride, il mio cuore si alleggerisce e sorride: sono felice. Dopo un po' mio padre chiude la bottiglia del vino e se ne va; io rimango ancora un po' lì come se avessi perso l'uso della parola: mi piace parlare con lui di tutto!
Frugando nel cassetto trovo le situazioni che posso controllare, quelle in cui sono tranquilla, quelle situazioni in cui posso dare una mano; quelle in cui posso essere me stessa.
Nel secondo, invece, trovo le persone false, quelle che dicono di volermi bene ed invece mi usano.
Ci sono anche le persone che credono di zittirmi dandomi ragione. Facendo così credono di vincere, credono che io mi fermi. Fanno così perchè a loro non importa quello che dico e quello che provo. Chi si comporta così mi fa male.
Nel secondo cassetto trovo anche i momenti in cui credo di non servire a nulla, solo a causare guai: magari in quelle giornate in cui va tutto sto
rto e tutti mi dicono che non va bene niente di ciò che faccio.
Ci sono anche le situazioni nelle quali, cercando di dare una mano, peggioro le cose; quelle in cui mi sento a disagio e non posso essere me stessa ma devo rappresentare la "bambina perfetta".



Giulia Tallone

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